Quella manifestazione di Natura semi-addomesticata formerly known as orto è prima di tutto un esercizio al desiderio. Passi un anno a desiderare cose sbagliate e super sexy come le fragole a dicembre nei supermercati ma ti astieni aspettando che arrivino le tue di fragole. Poi arrivano le fragole, tantissime, buonissime, tutte insieme, troppe. Da non sapere più che farsene. E non ti rimane che condividere e donare quest’abbondanza a chi hai intorno. Eppure quelle fragole (cetrioli, ciliegie, zucchini, pomodori…) sono sempre più di quante se ne possano mangiare in una stagione. Ma non riesci a farle andare a male perché ti ricordi di quel desiderio a cui ti sei astenuta per tutto il resto dell’anno.

Allora cerchi il modo di conservare quell’abbondanza e preservare quel piacere con confetture, sott’oli e barattolame vario – scongiurando il botulino – in attesa di quei tempi di assenza.

E niente, volevo dire che ho fatto questa marmellata con le nostre fragole e ci ho messo una banana dentro, perché era mezza marcia – sebbene quella che per noi è una banana marcia per altri è una banana matura e quella che per noi è una banana matura, per il resto di buona parte del mondo è una banana acerba – ed è buona in modo commovente perché, per sapore e consistenza, è come se stessi mangiando pane, burro e marmellata… ma senza burro! Giurin giuretta.

#ortopunx

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